NON SOLO FORESTE

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Alcune riflessioni in occasione della Giornata Mondiale delle Foreste che si celebra venerdì 21 marzo per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza vitale delle foreste per l’uomo e per il benessere dell’intero pianeta. Una risorsa che va però inserita in una visione più ampia del patrimonio naturale e che richiede una gestione attiva purtroppo spesso ancora assente

 

Foto di Giovanni Luppino

 

La tutela e la protezione delle foreste in Italia ha avuto una svolta decisiva oltre un secolo fa con la Legge Serpieri 3267/1923 con cui venne regolamentata la loro gestione per finalità di salvaguardia dell’interesse pubblico e in particolar modo per la funzione di protezione idrogeologica.

Da questa normativa base si sono susseguiti, fino ai tempi attuali, continue programmazioni e aggiornamenti normativi in materia forestale, tutti volti a una ulteriore valorizzazione e corretta gestione del nostro patrimonio forestale.

Il risultato odierno di tutto questo si può definire sorprendete, in quanto la superficie boscata nazionale è quasi raddoppiata in meno di un secolo passando dai 6,1 milioni di ha del 1936 agli 11,9 milioni di ha nel 2017. A questo va aggiunto anche un elevato livello di protezione dei boschi nazionali, con il 31,8 % di superfice forestale inserita a vario titolo all’interno di aree protette e ben superiore ai livelli minimi richiesti a livello europeo dalla Green Deal.

Da questi semplici dati si può dedurre una favorevole condizione dei boschi italiani, in quanto hanno effettivamente riconquistato spazi impensabili fino a pochi decenni fa. Va ricordato però che questo è spesso accaduto a discapito della perdita di altri ambienti naturali, che a causa dell’abbandono dell’uomo sono nel tempo diventati foreste. I casi più frequenti sono gli ambienti agrari estensivi di molte aree interne di collina e di montagna che ormai da diversi decenni stanno sempre più regredendo come estensione. In particolare i prati ed i pascoli, sebbene abbiano un alto valore naturalistico e di biodiversità, non hanno avuto nel passato lo stesso livello di protezione e di tutela dei boschi.

Oggi è più che mai si ritiene necessaria una visione olistica del nostro patrimonio di ambienti naturali, fatto di foreste, agricoltura, aree aperte e zone umide e che tutte debbano essere equamente ripartite, integrate tra loro e valorizzate.

Tutto questo non vuol abbassare l’interesse per le foreste, che rimane sicuramente una risorsa che necessita di continue attenzioni e in particolare di una sua continua gestione attiva che purtroppo manca ancora in vaste aree della nostra penisola. Gestire i boschi nelle aree interne del nostro Paese vuol dire infatti anche far vivere le comunità più interne e quindi creare quelle economie necessarie per evitarne l’abbandono e quindi conservare gli spazi aperti.

L’aumento delle superfici boscate (come del resto previsto anche dalla Nature Restoration Law) dovrebbe invece essere riservato alle aree urbane e periurbane, alle aree di pianura e a quelle poche aree montane e collinari dove effettivamente c’è ancora un basso livello di forestazione.

Ufficio Studi e Ricerche Faunistiche e Agro Ambientali Federazione Italiana della Caccia