La Federcaccia Toscana-UCT si rivolge con urgenza al Commissario Straordinario alla Peste Suina Africana (PSA), Dott. Giovanni Filippini, chiedendo una deroga alle misure restrittive relative alla caccia al cinghiale imposte nella provincia di Massa e Carrara, e in particolare nell’ATC Massa 13, nelle zone dove attualmente questa forma di caccia non è consentita a causa dei provvedimenti attuati per contrastare il diffondersi dell’epidemia.
Pur comprendendo la necessità di adottare misure straordinarie per contrastare la PSA, dati gli ultimi sviluppi della ricerca attiva di carcasse di cinghiale che hanno dato sempre esito negativo al rinvenimento di nuovi capi infetti, crediamo che sia indispensabile una revisione delle restrizioni imposte in quest’area.
Negli ultimi mesi, i cacciatori delle squadre di caccia al cinghiale dell’ATC Massa 13 hanno dimostrato un impegno straordinario nella lotta contro la PSA, mettendo in atto azioni concrete per il monitoraggio e la rimozione delle carcasse infette. A partire dal mese di febbraio 2024 infatti, ben 40 squadre di cacciatori si sono attivate nella ricerca di carcasse, collezionando un totale di circa 150 interventi di ricerca attiva su tutto il territorio.
In particolare, vogliamo sottolineare che l’ultimo caso di infezione da PSA è stato rilevato il 27 luglio a Zeri, e che l’ultima carcassa rinvenuta sabato scorso 16 novembre a Terrarossa, non è infine risultata essere infetta.
A fronte di ciò, e considerato che in questi mesi di restrizione per l’attività venatoria i boschi e le aree rurali sono stati comunque frequentati da migliaia di persone: escursionisti, cercatori di funghi, tartufai, ciclisti ecc., riteniamo ingiustificato limitare l’unica attività, la caccia al cinghiale, che fattivamente contribuisce al depopolamento della specie.
Vogliamo anche ricordare che le squadre dell’ATC Massa 13 hanno affrontato l’emergenza sanitaria con grande impegno e senso di responsabilità. Si sono autofinanziate per risistemare le case di caccia secondo le normative richieste dalla ASL, per la formazione all’abitazione agli interventi in controllo (art. 37), per l’abilitazione dei cani limieri e per la partecipazione ai corsi da bioregolatori.
Questo impegno continuo ha reso l’ATC locale un esempio di dedizione e responsabilità a livello nazionale nella gestione dell’emergenza.
Sollecitiamo pertanto – sempre nel pieno dello spirito collaborativo e costruttivo instauratosi con il Commissario dal convegno pubblico di Filattiera dello scorso 4 ottobre – di considerare la possibilità di derogare tempestivamente alle misure restrittive ancora in vigore, permettendo la ripresa della caccia al cinghiale. Una posizione questa condivisa e concertata anche con la Regione Toscana – con il suo Assessorato di competenza – con il quale più volte negli ultimi mesi ci siamo confrontati su questo tema.
Ci poniamo quindi sin da subito a disposizione per un confronto costruttivo e una valutazione concreta della situazione sul campo, garantendo l’impegno e la responsabilità dei cacciatori nella gestione del territorio e nella prevenzione della diffusione della Peste Suina Africana. (La Segreteria FIdC-UCT)