A Cali, in Colombia, dal 21 ottobre al 1° novembre si è svolta la Cop16, la Conferenza internazionale sulla biodiversità guidata dalle Nazione Unite, la prima dopo l’adozione del Kunming-Montreal global framework.
La COP16 aveva l’obiettivo di consolidare gli impegni assunti nel 2022 durante la COP15 (Kunming-Montreal), in cui 196 governi di tutto il mondo hanno approvato il “Global Biodiversity Framework” (GBF): un percorso il cui obiettivo è arrestare e invertire la perdita di biodiversità entro il 2050.
L’accordo del 2022 prevedeva di stabilire aree protette sul 30% della terra e dei mari, oltre ad altri 22 obiettivi fissati per il 2030. Per raggiungerli, l’accordo prevede di aumentare la spesa annuale a 200 miliardi di dollari; i paesi sviluppati si erano impegnati a fornire 30 miliardi di dollari entro il 2030.
Uno dei temi centrali della COP era quindi quello delle risorse finanziarie necessarie per raggiungere gli obiettivi ambiziosi stabiliti nel Quadro globale per la biodiversità e dove e da chi ottenere queste risorse.
La COP16 si è conclusa senza mettere d’accordo i partecipanti sui finanziamenti nonostante il negoziato sia andato avanti fino all’ultimo anche di notte. (Fonte ISPRA)