Con il 2023 è iniziata la nuova politica comunitaria per l’agricoltura, che è stata denominata Strategia Nazionale per la PAC 2023-2027. Tra le tante novità, di questa nuova programmazione, vi è la destinazione di almeno un terzo di tutti i finanziamenti previsti per interventi per la tutela e il miglioramento dell’ambiente agricolo.
Tutto ciò offre delle potenziali possibilità per una concreta riqualificazione degli habitat della fauna selvatica in agricoltura in quanto si interviene in tutta la penisola, con ingenti finanziamenti e con una programmazione di interventi quinquennale.
Per rimarcare l’importanza di tutto ciò Federcaccia è impegnata da inizio anno, attraverso il proprio Ufficio Studi e Ricerche, a promuovere e divulgare le principali azioni di intervento ambientale previste nella nuova PAC. In particolare vengono promossi incontri a livello regionale, con i vertici locali di FIdC e i rispettivi rappresentanti presso Ambiti Territoriali di Caccia e Comprensori Alpini con lo scopo sia di coinvolgere i cacciatori ad interessarsi attivamente alle politiche ambientali nel proprio territorio sia a seguire specificatamente i bandi della PAC e dello Sviluppo Rurale di maggior interesse per gli habitat di fauna selvatica di interesse locale.
A tutt’oggi già diverse sezioni regionali e locali di Federcaccia si sono attivate nell’organizzare incontri online e in presenza (tra le principali Abruzzo, Basilicata, Emilia Romagna, Lazio, Toscana e Veneto) e con alcune di queste si sono avuti ulteriori approfondimenti per specifiche progettualità. L’intento principale è quello di interessare attivamente gli ATC e i CA affinché possano essere una parte attiva di questi interventi anche grazie alla destinazione di parte dei propri finanziamenti per incentivare gli agricoltori a seguire le misure della PAC più favorevoli alla fauna selvatica di interesse venatorio.
Purtroppo va segnalato anche una notevole differenza di possibilità di applicazione degli interventi ambientali PAC a livello geografico in quanto le Regioni hanno aderito in modo diverso nella scelta delle misure ambientali da adottare. Ci sono per esempio misure dello sviluppo rurale (CSR) di alto interesse faunistico, come le coperture invernali a perdere, la conversione delle colture a prato, il ritiro ventennale dei terreni, le fasce tampone, ecc., che sono programmate solo in poche regioni italiane. Altre Regioni hanno infatti scelto di non finanziarle destinando i fondi a misure di blando interesse ambientale.
Quest’ultimo aspetto e sicuramente dovuto ad una poca attenzione e sensibilità da parte di alcune amministrazioni regionali alle problematiche ambientali del proprio territorio agricolo ma anche a una modesta rappresentanza del mondo venatorio ai tavoli di concertazione locale di queste politiche.
Ribadiamo quindi sempre più l’importanza di una partecipazione attiva dei rappresentanti dei cacciatori nelle scelte che riguardano il territorio della propria regione. Molte decisioni strategiche vengono prese a livello locale anche con il confronto delle parti e dei portatori di interesse.
Federcaccia, anche attraverso il suo Ufficio Studi e Ricerche, proseguirà quindi a promuovere confronti costanti con i vertici politici e amministrativi locali in materia agricolo ambientale e sul fronte della collaborazione fattiva con le associazioni di categoria agricola nella realizzazione di progetti locali. Solo in questo modo i cacciatori avranno la possibilità di essere tempestivamente aggiornati sul tema e portare avanti anche le proprie proposte.
Ufficio Studi e Ricerche Faunistiche e Agro-Ambientali